interno CATTEDRALE

mtcn siti

CATTEDRALE MARIA SANTISSIMA DELLA BRUNA
castello tramontano

mtcn siti

CATTEDRALE MARIA SANTISSIMA DELLA BRUNA - INTERNO

"Antichissima è la venerazione in Matera verso il glorioso Martire Sant’Eustachio, gran Capitano ai tempi di Traiano, e Adriano..."

"Antichissima è la venerazione in Matera verso il glorioso Martire Sant’Eustachio, gran Capitano ai tempi di Traiano, e Adriano..."

La cattedrale, come recita l’epigrafe sull’architrave sovrastante la porta d’accesso al campanile, fu completata nel 1270 e successivamente dedicata alla Madonna della Bruna, innalzata agli onori dell’altare patronale senza dimenticare l’originario patrono Eustachio.
Per comprendere a pieno la devozione dei materani verso i due Protettori della Città, ascoltiamo un passo della Cronaca di Francesco Volpe:
“Antichissima è la venerazione in Matera verso il glorioso Martire  Sant’Eustachio, gran Capitano ai tempi di Traiano, e Adriano. Dicesi, che al di là del mille ritrovandosi la Città assediata dai Saraceni, il Santo con la sua gloriosa Famiglia apparve per accorrervi in aiuto e salvarla, e che i Materani avvertiti successivamente dell’avvenuto miracolo si siano affrettati ad acclamarli come loro Protettori e Tutelari.
Nel dì 20 maggio, quando si vuole che avesse avuto luogo l’apparizione, si solennizza ogni anno con venerazione e pompa la di loro Festività. Ella si torna a celebrare con maggior decoro il 20 settembre, quando avvenne il loro glorioso martirio. Era nei trasandati tempi, per antico costume, a carico del Baglivo della Città recare nel detto dì 20 maggio, alla Chiesa di Sant’Eustachio nel primo solenne Vespro un’offerta, e tributo, consistente in una torcia vestita di monete d’argento, e vari cesti di frutta, di fiori, ed altro, in mezzo a suoni e canti in onore di codesti Santi Protettori”.
Per contraccambiare questa offerta, al Baglivo venivano consegnati “un pane, un barile di vino, e parecchie ricotte dure, con una torcia di nitida cera”.
Nella Cattedrale si conserva “l’immagine dalla Vergine della Bruna”, così detta a motivo della nerezza del di lei viso, detta anche di Santa Maria di Matera in un testamento o di Santa Maria dell’Episcopio.
Urbano VI Sommo Pontefice, [che fu Vescovo di Matera dal 1365 al 1377], avendo constatato l’estrema devozione dei Materani verso codesta Sacrissima Immagine, nel 1389 ne istituì la Festività il 2 luglio [facendola coincidere con la festa della Visitazione, istituita quello stesso anno]. Venne ella allora confermata Titolare, e venerata sotto il titolo di Maria Santissima della Bruna” con una festa così grandiosa, così caratteristica e così barocca, che sembra oscillare tra il mito e la realtà.

La cattedrale, come recita l’epigrafe sull’architrave sovrastante la porta d’accesso al campanile, fu completata nel 1270 e successivamente dedicata alla Madonna della Bruna, innalzata agli onori dell’altare patronale senza dimenticare l’originario patrono Eustachio.
Per comprendere a pieno la devozione dei materani verso i due Protettori della Città, ascoltiamo un passo della Cronaca di Francesco Volpe:
“Antichissima è la venerazione in Matera verso il glorioso Martire  Sant’Eustachio, gran Capitano ai tempi di Traiano, e Adriano. Dicesi, che al di là del mille ritrovandosi la Città assediata dai Saraceni, il Santo con la sua gloriosa Famiglia apparve per accorrervi in aiuto e salvarla, e che i Materani avvertiti successivamente dell’avvenuto miracolo si siano affrettati ad acclamarli come loro Protettori e Tutelari.
Nel dì 20 maggio, quando si vuole che avesse avuto luogo l’apparizione, si solennizza ogni anno con venerazione e pompa la di loro Festività. Ella si torna a celebrare con maggior decoro il 20 settembre, quando avvenne il loro glorioso martirio. Era nei trasandati tempi, per antico costume, a carico del Baglivo della Città recare nel detto dì 20 maggio, alla Chiesa di Sant’Eustachio nel primo solenne Vespro un’offerta, e tributo, consistente in una torcia vestita di monete d’argento, e vari cesti di frutta, di fiori, ed altro, in mezzo a suoni e canti in onore di codesti Santi Protettori”.
Per contraccambiare questa offerta, al Baglivo venivano consegnati “un pane, un barile di vino, e parecchie ricotte dure, con una torcia di nitida cera”.
Nella Cattedrale si conserva “l’immagine dalla Vergine della Bruna”, così detta a motivo della nerezza del di lei viso, detta anche di Santa Maria di Matera in un testamento o di Santa Maria dell’Episcopio.
Urbano VI Sommo Pontefice, [che fu Vescovo di Matera dal 1365 al 1377], avendo constatato l’estrema devozione dei Materani verso codesta Sacrissima Immagine, nel 1389 ne istituì la Festività il 2 luglio [facendola coincidere con la festa della Visitazione, istituita quello stesso anno]. Venne ella allora confermata Titolare, e venerata sotto il titolo di Maria Santissima della Bruna” con una festa così grandiosa, così caratteristica e così barocca, che sembra oscillare tra il mito e la realtà.

INTERNO CATTEDRALE
INTERNO CATTEDRALE

SITI

CHIESE

FOLLOW US