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CHIESA SAN PIETRO CAVEOSOmtcn siti
CHIESA DI SAN PIETRO CAVEOSO“La Chiesa Parrocchiale di San Pietro, e Paolo è detta comunemente del Caveoso, a motivo del Borgo o Sasso, ov’è sita. Ella sta collocata sul dorso d’un lato del cupo Torrente detto la Gravina”
“La Chiesa Parrocchiale di San Pietro, e Paolo è detta comunemente del Caveoso, a motivo del Borgo o Sasso, ov’è sita. Ella sta collocata sul dorso d’un lato del cupo Torrente detto la Gravina”
“La Chiesa Parrocchiale di San Pietro, e Paolo è detta comunemente del Caveoso, a motivo del Borgo o Sasso, ov’è sita. Ella sta collocata sul dorso d’un lato del cupo Torrente detto la Gravina”.
Se per il cronista materano Francesco Volpe cupo è il torrente Gravina, nitida è l’importanza storica di questa chiesa.
Era una delle quattro chiese parrocchiali della Città, assieme alla Cattedrale, San Giovanni Battista e San Pietro Barisano.
Il titolo di Collegiata dei Santi Pietro e Paolo, prima che in questa chiesa trovasse la sua ultima collocazione, in origine è appartenuto all’antica chiesetta sotto San Francesco d’Assisi e, successivamente, a quella di san Giovanni in Monterrone.
Le leggi sullo sfollamento dei Sassi la ridussero ad un contenitore vuoto per una comunità che ormai non c’era più.
Doveva però rinascere, così come avvenuto per i Sassi, seguendo quel percorso di morti e resurrezioni che le vicende umane sembrano periodicamente tracciare.
“La Chiesa Parrocchiale di San Pietro, e Paolo è detta comunemente del Caveoso, a motivo del Borgo o Sasso, ov’è sita. Ella sta collocata sul dorso d’un lato del cupo Torrente detto la Gravina”.
Se per il cronista materano Francesco Volpe cupo è il torrente Gravina, nitida è l’importanza storica di questa chiesa.
Era una delle quattro chiese parrocchiali della Città, assieme alla Cattedrale, San Giovanni Battista e San Pietro Barisano.
Il titolo di Collegiata dei Santi Pietro e Paolo, prima che in questa chiesa trovasse la sua ultima collocazione, in origine è appartenuto all’antica chiesetta sotto San Francesco d’Assisi e, successivamente, a quella di san Giovanni in Monterrone.
Le leggi sullo sfollamento dei Sassi la ridussero ad un contenitore vuoto per una comunità che ormai non c’era più.
Doveva però rinascere, così come avvenuto per i Sassi, seguendo quel percorso di morti e resurrezioni che le vicende umane sembrano periodicamente tracciare.
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