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LA MATERA IPOGEA di MATTIA ANTONIO ACITO

TESTIMONIANZA ABITANTE

LA MATERA IPOGEA
Mattia Antonio Acito

La Matera più bella, più fantastica, più straordinaria è la Matera ipogea, la città nascosta, per dirla come Calvino, la città invisibile.

La Matera più bella, più fantastica, più straordinaria è la Matera ipogea, la città nascosta, per dirla come Calvino la città invisibile.

La Matera più bella, più fantastica, più straordinaria è la Matera ipogea, la città nascosta, per dirla come Calvino la città invisibile. E’ forse più grande della città visibile, forse si ramifica ancora di più della città visibile. E’ emozionante entrare in questo spazio, il tempo si è fermato qua. Le cose che vediamo e che stiamo vedendo con le nostre immagini, sono ferme così da forse 200 anni e non sono state più toccate e rappresentano il tempo delle cose materiale, cioè anche un trave in legno che sembra intero, qui se lo tocchiamo è polvere. Una cosa fantastica di questa città è che per avere i blocchi di tufo delle prime cave antiche che erano le cantine, si ottenevano due architetture, una negativa, il vuoto e una positiva, il pieno, cioè si costruiva alla casa. Mi sembra straordinario
questo. A Matera si può ammirare con una sicuramente una dimensione ancora ad oggi vissuta e vivibile che credo ne faccia veramente un capitolo unico nella storia del mondo.
Invito tutti a venirlo a vedere, a vivervi e starci da soli. Racconta, parla, parla da solo e questo lo mi sembra la cosa più straordinaria.
Siamo a meno 20 metri dalla parte della strada, nel silenzio più assoluto accompagnati dal racconto che queste pareti stanno facendo. Calvino nella città invisibile racconta di spazi fantastici visitati che in fondo non sono niente di speciale, non sono niente di ricco niente di straordinariamente eccitabile, ma come prende queste l’anima questi posti, non la prende nessun’altra opera, opera dell’uomo. È un modo di sentire la materia, che è il tufo in un certo qual modo. Lasciando addirittura lo spazio per la religione. Il segno religioso in questo caso è proprio quello, la nicchia di fondo, la nicchia di fondo dove si metteva il santo.
In quel punto il raggio di sole poteva entrare anche a questa profondità si metteva il santo.
Può la nuova architettura raccontare alla stessa maniera, con tutti i confort possibili che oggi possiamo avere, può raccontare la stessa maniera una sensazione e raccontare un modo di sentire uno spazio particolare. La cava di tufo è la matrice, la madre della città nuova, da qui è stato cavato il tufo per costruire la nuova città. La città di Matera ha previsto di realizzare un centro congressi, cioè di fare del turismo congressuale una delle grandi capacità produttive di questa città. E perché ospitarlo in una cava? Proprio per dare il senso a chi può visitare questa città anche da studioso, interessato e convegno ai congressi di studiarla proprio dal suo ventre.

Matera è questo: Matera è entrare nella materia. Entrarci dentro e provare a starci dentro.

La matera più bella, più fantastica, più straordinaria è la Matera ipogea, la città nascosta, per dirla come Calvino la città invisibile. E’ forse più grande della città visibile, forse si ramifica ancora di più della città visibile. E’ emozionante entrare in questo spazio, il tempo si è fermato qua. Le cose che vediamo e che stiamo vedendo con le nostre immagini, sono ferme così da forse 200 anni e non sono state più toccate e rappresentano il tempo delle cose materiale, cioè anche un trave in legno che sembra intero, qui se lo tocchiamo è polvere. Una cosa fantastica di questa città è che per avere i blocchi di tufo delle prime cave antiche che erano le cantine, si ottenevano due architetture, una negativa, il vuoto e una positiva, il pieno, cioè si costruiva alla casa. Mi sembra straordinario
questo. A Matera si può ammirare con una sicuramente una dimensione ancora ad oggi vissuta e vivibile che credo ne faccia veramente un capitolo unico nella storia del mondo.
Invito tutti a venirlo a vedere, a vivervi e starci da soli. Racconta, parla, parla da solo e questo lo mi sembra la cosa più straordinaria.
Siamo a meno 20 metri dalla parte della strada, nel silenzio più assoluto accompagnati dal racconto che queste pareti stanno facendo. Calvino nella città invisibile racconta di spazi fantastici visitati che in fondo non sono niente di speciale, non sono niente di ricco niente di straordinariamente eccitabile, ma come prende queste l’anima questi posti, non la prende nessun’altra opera, opera dell’uomo. È un modo di sentire la materia, che è il tufo in un certo qual modo. Lasciando addirittura lo spazio per la religione. Il segno religioso in questo caso è proprio quello, la nicchia di fondo, la nicchia di fondo dove si metteva il santo.
In quel punto il raggio di sole poteva entrare anche a questa profondità si metteva il santo.
Può la nuova architettura raccontare alla stessa maniera, con tutti i confort possibili che oggi possiamo avere, può raccontare la stessa maniera una sensazione e raccontare un modo di sentire uno spazio particolare. La cava di tufo è la matrice, la madre della città nuova, da qui è stato cavato il tufo per costruire la nuova città. La città di Matera ha previsto di realizzare un centro congressi, cioè di fare del turismo congressuale una delle grandi capacità produttive di questa città. E perché ospitarlo in una cava? Proprio per dare il senso a chi può visitare questa città anche da studioso, interessato e convegno ai congressi di studiarla proprio dal suo ventre.

Matera è questo: Matera è entrare nella materia. Entrarci dentro e provare a starci dentro.

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