PANORAMA DA SANT'AGOSTINO

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PANORAMA DA SANT'AGOSTINO
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PANORAMA DA SANT'AGOSTINO

Gravina, rupe e città. È un tutt’uno. Il panorama che abbiamo di fronte chiarisce ogni dubbio residuo circa la natura e la città ma, soprattutto circa la natura della città.

Gravina, rupe e città. È un tutt’uno. Il panorama che abbiamo di fronte chiarisce ogni dubbio residuo circa la natura e la città ma, soprattutto circa la natura della città.

Gravina, rupe e città. È un tutt’uno. Il panorama che abbiamo di fronte chiarisce ogni dubbio residuo circa la natura e la città ma, soprattutto circa la natura della città. I colori sono gli stessi, i materiali sono gli stessi. La mano dell’uomo è intervenuta solo a plasmare la materia che il territorio gli ha offerto. Le uniche differenze sono rappresentate dal campanile della cattedrale che rompe la linea continua del cielo e da via Madonna delle Virtù che smorza le tonalità cromatiche del grigio e del giallino della roccia calcarenitica.

Gravina, rupe e città. È un tutt’uno. Il panorama che abbiamo di fronte chiarisce ogni dubbio residuo circa la natura e la città ma, soprattutto circa la natura della città. I colori sono gli stessi, i materiali sono gli stessi. La mano dell’uomo è intervenuta solo a plasmare la materia che il territorio gli ha offerto. Le uniche differenze sono rappresentate dal campanile della cattedrale che rompe la linea continua del cielo e da via Madonna delle Virtù che smorza le tonalità cromatiche del grigio e del giallino della roccia calcarenitica.

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FASE DEL PLIOCENE SUPERIORE (2ML DI ANNI FA)

 

L’horst, cioè il pilastro tettonico su cui sorge di Matera, è un’ isola che fa parte di un arcipelago. Lungo le coste e sul fondo dei bracci di mare si depositano sabbie e ghiaie carbonatiche. Il futuro sito di Matera si trova sulla linea di costa in una zona forse caratterizzata da falesie.
FASE DEL PLEISTOCENE CALABRIANO (1ML DI ANNI FA)

Comincia l’emersione delle terre e quindi la sedimentazione delle sabbie e ghiaie di ambiente costiero. Tali sedimentazioni sono all’origine della calcarenite di Matera.
FASE NEOLITICA (5000-4000 A.C.)
 
Si evidenziano i due villaggi trincerati di Murgecchia e Murgia Timone e gli insediamenti della Civita e de La Nera. La vegetazione è una macchia mediterranea molto folta simile a quella oggi visibile presso il Villaggio Saraceno.
FASE BIZANTINO – NORMANNO (IX-XII sec. d.C.)

 

In questi secoli la città si configura come centro urbano fortificato nella zona della Civita. Le prime notizie sulle mura risalgono infatti al periodo del conflitto tra le truppe bizantine e normanne, alla metà dell’XI sec. I Normanni costruiscono, sulla Civita e a ridosso delle mura il Castello, il cui ricordo rimane nel toponimo Castelvecchio. Sulla stessa Civita troviamo il monastero benedettino di Sant’Eustachio. Fuori dalle mura la popolazione si distribuisce nell’abitato rupestre che forma i primi nuclei dei Sassi.
FASE SVEVO ANGIOINA (XIII-XIV sec. d.C.)
 
La città diviene un importante centro ecclesiastico, sulla Civita viene costruita la cattedrale ed il Castello Vecchio ha una nuova fase di sviluppo. Intorno alla Civita si sviluppano numerose chiese rupestri e monasteri. E’ probabile l’ampliamento delle mura con antemurale e fossato. Aumentano i nuclei abitativi nei Sassi, ormai inglobati nella definizione urbana.
FASE RINASCIMENTALE ARAGONESE (XV-XVI sec. d.C.)
 
Si amplia e consolida l’insediamento nei Sassi. Viene costruito il Castello Tramontano su una collina al di fuori della città medievale ed inizia l’edificazione delle nuove mura urbane e delle torri. Si sviluppano i grandi edifici monastici degli Ordini Mendicanti. Si ha testimonianza del lago della città, del quartiere di Casalnuovo e del Ghetto del Seminario.
FASE TARDO-OTTOCENTESCA (1875-1898)
 
Chiusa nel suo sviluppo esterno dall’area del Piano, necessaria all’agricoltura, la città tra settecento e ottocento definisce i suoi contorni, consolida definitivamente i Sassi ed inizia a crescere su se stessa. Delle mura e del Castello Vecchio permangono solo poche tracce.
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PANORAMA SANT'AGOSTINO
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